CHIESA di 

SANTA MARIA della MERCEDE

E' una piccola chiesa romanica assegnabile alla metà del XII secolo e, forse, a maestranze provenienti dalla vicina fabbrica della "clesia nova" di Santa Maria di Bonarcado. A suscitare interesse per la chiesetta sono il materiale archeologico venuto alla luce nei recenti scavi intorno e al suo interno, che conferma la continuità insediativa del sito dall'età nuragica all'epoca giudicale, e una certa aura di mistero che proviene dalla serie di croci patenti clipeate distribuite lungo le parteti che suggeriscono un ascendenza templare. I brevi testi epigrafici, non contengono alcuna data, ma i nomi dei dedicanti, Barisone e Dorgotorio Pinna, sono rintracciabili nella scheda 174 del Condaghe di Santa Maria di Bonarcado e in diversi documenti giudicali.

La chiesa, sul finire del XII secolo possiede e scambia servi in piena autonomia, continua ad essere officiata anche nei secoli successivi e nel '500 è sede di una confraternita intitolata alla Vergine. Nel Secondo quarto del XVIII il sacerdote Giovanni Puddu, che ha studiato presso i Mercedari a Cagliari, colloca sul suo altare una statua della Vergine della Mercede e ne avvia il culto istituendone anche la festa annuale con un generoso lascito.  

Nel corso dei secoli, la chiesa di Santa Maria è stata oggetto di diversi interventi di restauro che non hanno modificato granché l'impianto originario.

Dai documenti dell'archivio parrocchiale risulta che, dopo lunghi lavori di restauro nel 1847, essa sia stata nuovamente benedetta dall'allora rettore di Norghiddo Domenico Demontis, che scrisse... "Si pose nell'archivio della parrocchia insieme alle carte della chiesa un rescritto pontificio in cui si concede indulgenza plenaria a chi i visita la chiesa nel giorno della sua festa, a valore di un settennio, concesso nel presente anno 17 luglio 847"

Altri importanti interventi, che riportano al chiesa all'aspetto attuale, risalgono al 1984 quando l'Amministrazione Comunale avvia i primi lavori di risanamento dell'area e, negli anni immediatamente successivi, procede al restauro statico e conservativo della chiesa, concluso poi dal cantiere di scavo curato dalla Soprintendenza Archeologica per le Provincie di Cagliari e Oristano.

Dopo tanti anni, si concretizzava l'intervento inutilmente sollecitato in precedenza, nell'ottobre del 1919, dall'Arcivescovo di Oristano Ernesto Maria Piovella che, forse sapendo da vecchie carte d'archivio dell'esistenza dell'antica fascia epigrafata, lasciò scritto nei registri parrocchiali: ... "visitata la chiesa di S. Maria della Mercede ne ammirammo la bella costruzione dell'epoca pisana ed il decoro col quale è tenuta. Ordinammo che con cura si levi il calcinaccio che riveste le pietre nell'interno, badando di non distruggere segni ed iscrizioni che si potranno trovare."