SAN PALMERIO

La chiesa di San Palmerio è la custode delle antiche memorie del paese, anzi delle sue stesse origini; sorge ,infatti nella regione Pantaleo dove l'altopiano degrada lentamente verso la vallata di Chenale. Durante la dominazione romana in Pantaleo, fu impiantato un accampamento militare che, insieme ai posti di vedetta di Norbello, Aidomaggiore,Sedilo completava una linea di avvistamento e di difesa dai nemici barbaricini. Nel IV secolo d.C nel presidio di Ghilarza si diffuse il cristianesimo contrastato vivamente dai romani e non è improbabile che vi sia stato condannato un militare seguace della nuova fede, appunto Palmerio. Sepolto nella necropoli romana di Pantaleo, fu ricordato con venerazione dai primi cristiani che costruirono sulla sua tomba un piccolo martirium, che si mantenne nei secoli fino al XII in cui abbiamo notizia per la prima volta di una chiesa di Santu Paramine sorta proprio sulla tomba del martire. La chiesa con il suo ricco patrimonio terriero e con i contadini che lo lavoravano costituiva una proprietà dell'arcivescovo di Oristano che l'amministrava tramite funzionari e spesso, direttamente,interveniva a dirimere le questioni che sorgevano tra i lavoratori delle sue terre. Nel 1228 era arcivescovo di Oristano Torgotorio De Muru, prelato illuminato che chiamò ad Oristano delle maestranze per restaurare la chiesa cattedrale di Santa Maria Assunta che nel 1197 aveva subito l'assalto e forse, anche il saccheggio di Guglielmo di Massa. Parrebbe pertanto verosimile che in tale occasione l'Arcivescovo abbia voluto ricostruire la chiesa di San Palmerio ormai vetusta ,secondo lo schema e i moduli diffusi in quel periodo delle maestranze intervenute nel restauro della cattedrale di Oristano. Difficile oggi individuare le analogie con la cattedrale perché le strutture romaniche sono state cancellate dai successivi interventi edilizi gotici e barocchi; sono però possibili i raffronti con la chiesa di San Paolo di Milis e altre del Logudoro ,caratterizzate tutte dal parametro a filari chiari , al ternati a quelli scuri che, in quello stesso periodo erano stati messi in opera da alcune maestranze del contado pisano a Lucca e Pistoia. Originariamente la chiesa era formata da un vano rettangolare concluso a oriente da un'abside semicircolare sostituita nel 1798 da un vano rettangolare voltato a botte. L'apparato murario denota nell'accuratezza dei conci grande abilità ed esperienza, la facciata è divisa in tre specchiature da sottili lesene concluse da arcate cieche ed è costruita in pietra da taglio nera e rossa; lo stesso alternarsi delle pietre chiare e scure ritorna nell'arco che immette nell'abside. Le fiancate presentano nella sommità archetti a doppia ghiera; in quella meridionale , visibile dalla piazza in un archetto si nota una figura a mezzo busto con le braccia sollevate;in un altro, il corpo intero di un uomo giacente con una sciarpa al petto e con una gamba rotta come a indicare il martirio del santo; nella parete a oriente infine, si nota una terza figura probabilmente di un orante. La chiesa fu ignorata per diversi secoli ma, negli ultimi decenni del 500 in Ghilarza fu fondata la confraternita del Rosario e fu affidata come sede proprio l'antica chiesa di San Palmerio che da allora fu chiamata chiesa del Rosario. La confraternita si curò di essa provvedendo a tutte le opere necessarie: nel '700 furono costruite due cappelle in prossimità dell,abside una dedicata a Sant'Antonio abate e l'altra a San Giuseppe; nel 1798 fu demolita l'abside romanica e sostituta con un vano voltato a botte. Nel 700 avvenne un fatto singolare:un maniscalco ebbe una visione in cui veniva esortato a cercare la tomba di San Palmerio. Dopo vari tentativi la tomba fu rinvenuta lungo la parete meridionale in corrispondenza di una figura scolpita in uno degli archetti. La chiesa in seguito riprese la sua intitolazione antica, e fu restaurato il culto del santo. Nell'ultimo decennio del secolo XX fu eliminato un pesantissimo altare costruito nell'ottocento e fu riportato alla luce l' arco di accesso al coro in conci alternati chiari scuri che diede nuova luce e nuova spazialità all'antica chiesa.